Rieccomi qui dopo una lunga latitanza. La battaglia contro il topo è stata vinta. Ma la presenza di un secondo suo compaesano mi ha fatto pensare che sono capitato in mezzo ad una vera e propria guerra... che sto vincendo. Anche il secondo infatti è stato amichevolmente "congedato" (cf. "La lunga marcia" di Stephen King), e ritrovato stecchito in mezzo al salotto dopo acver ingerito una simpatica pastiglia di veleno per topi.
...mors muris, vita mea...
Bhè, torniamo alla sfida delle 100 cose: finalmente, dopo un paio di mesi, vendo le chitarre. Una acustica (yamaha apx4), l'altra elettrica (una bellissima spirit by steinberger).
Venderle è stato molto difficile e questo mi ha fatto riflettere. Cercavo infatti, soprattutto per l'acustica per la quale avevo ricevuto molte telefonate, qualcuno che potesse apprezzare la chitarra, non che la trattasse come un sacco di farina da vendere, come un semplice oggetto di commercio. La verità è che ci ero affezionato: l'acustica l'avevo comprata al liceo spendendo quasi tutti i miei risparmi, l'elettrica pure era stata frutto di sacrifici... e di spese che a quei tempi pesavano consistentemente sul mio budget di studente non lavoratore..
L'elettrica l'ho svenduta, e ci sono rimasto male, me ne sono pentito amaramente. Sono partito da 300 euro per arrivare a 230!! Dopo ho avuto un senso di amarezza.
L'acustica invece, dopo aver mandato a quel paese un paio di persone che insistevano a trattare, l'ho venduta ad un ragazzo che è venuta a vederla insieme al padre. Prezzo di partenza ("non trattabile" avevo chiarito al telefono) 150 euro. Il padre più o meno ci capiva di chitarre, arriva, la prova, nota una corda che ha un suono ballerino, e si mette a dire che offre 130. Io dico che max 140. Lui non schioda, nemmeno io. Se ne sta per andare ma continua in realtà a voler contrattare. Io non scendo sotto questo prezzo... il ragazzo in tutto questo ha un ruolo secondario (che tristezza!) ma per fortuna prende la parola e dice "dai facciamo 135! Tanto i soldi sono i miei, decido io". E gliela do. Poi prima di uscire il padre, scroccone maledetto, si ricorda che avevo offerto anche la tracolla... e pigliati pure sta tracolla allora...
Insomma nemmeno di questo acquisto sono stato tanto felice, e stamattina ci stavo rimuginando, pensando che mi sono comportato da persona debole e altre seghe mentali simili quando ad un certo punto ho pensato:
"ce l'ho fatta, le ho vendute! Non ne ho più bisogno..."
Credo di essere rimasto così male nelle vendite non solo perchè in fondo non ho ottenuto i soldi che volevo, ma perchè ERO ATTACCATO ALLE CHITARRE! E pensare che le prendesse qualcuno un po' esperto era come un passaggio di consegna... insomma non molto diverso da mia nonna che dice che mi lascia casa quando muore così ci vado ad abitare con la famiglia, però non devo fare alcune cose (ad esempio buttare giù una parete per allargare le stanze).
Quindi stamattina, dopo aver rimuginato tristemente sugli affari fatti fare a degli incompetenti che venivano lì per trattare sul prezzo, ho pensato:
"FINALMENTE SONO LIBERO DALLE CHITARRE, ora ne ho una che voglio suonare e non peredere tempo a stargli appresso."
Che liberazione. Finalmente.
Perchè in fondo il motivo fondamentale della sfida delle 100 cose è che non voglio perdere tempo appresso alle cose.
E questo si può fare in due modi, non opposti ma entrambi in qualche modo necessari:
1) riducendo il numero di cose di proprio possesso
2) buttando o non prendendo altre cose (staccarsi, staccarsi, staccarsi... difficilissimo per me)
Insomma un bell'esercizio.
Bene, spero di tornare presto con nuove riflessioni/cronache.
ciao.